Un altro filone di attività del CESDIM è costituito dalla presentazione ai settori più ampi dell’opinione pubblica di volumi e ricerche dedicati non solo alla storia dell’industrializzazione nell’Italia meridionale nel secondo dopoguerra – per come si è venuta sviluppando nelle sue regioni, in singoli distretti o in poli territoriali segnati dalla presenza di grandi imprese – ma riservati anche, tramite la consultazione o il riordino dei loro archivi, a singole aziende di ogni dimensione, pubbliche, private e cooperative, italiane ed estere delle quali si ritiene opportuno ricostruire le varie fasi di vita, dalla loro fondazione alle attività odierne per quelle tuttora in esercizio.
Vengono in tal modo riportate alla luce e consegnate alla memoria collettiva storie di società e figure di pionieri industriali o di imprenditori di seconda e terza generazione e di manager, spesso dimenticati o del tutto sconosciuti a studiosi, giornalisti, e alla cittadinanza di singole regioni o dell’intero Mezzogiorno.
La prima iniziativa di questo filone di lavori è stata dedicata alla presentazione nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro del volume edito dall’impresa impiantistica barese Cestaro Rossi & C che ha voluto celebrare così i cento anni dalla sua fondazione con una ricca pubblicazione curata dal prof.Ezio Ritrovato che ne ha riordinato l’archivio. L’evento si è svolto il 19 gennaio del 2024 alla presenza dei titolari e dirigenti della società, e di un prestigioso parterre di imprenditori, studiosi, banchieri, docenti del Politecnico di Bari e di giornalisti di testate radiotelevisive.
Comunicato stampa:
Venerdì 19 gennaio 2024, il CESDIM (Centro Studi e Documentazione sull’Industria nel Mezzogiorno), che ha sede presso il Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, organizzerà la presentazione del libro di Ezio Ritrovato, docente di Storia Economica dell’Ateneo barese, intitolato Cestaro Rossi & C. (1921-2021). Cent’anni di impiantistica di industriale da Bari all’Europa. L’evento si svolgerà nell’Aula Magna dell’Ateneo e rientra nel programma di studi avviato dal CESDIM, finalizzato alla scoperta, al recupero e alla valorizzazione degli archivi d’impresa nelle regioni meridionali.
Il volume oggetto della presentazione illustra la storia centenaria della Cestaro Rossi & C. spa, un’impresa barese operante nel settore della carpenteria metallica pesante e dell’impiantistica petrolchimica e siderurgica che, negli ultimi trent’anni, ha ampliato le specializzazioni produttive ed esteso la sua operatività in molti Paesi europei. Una storia iniziata a Bari cent’anni fa in un’officina al quartiere Carrassi e proseguita lungo decenni di crescita ininterrotta, costellata di successi ma non esente da difficoltà e inevitabili battute d’arresto.
Tutto nasce da un caso di immigrazione dal Nord di tre esperti meccanici: Gismondo Cestaro, veneto di nascita ma residente nel milanese, e i fratelli Matteo e Daniele Rossi, genovesi. Giunsero a Bari nel 1919, inviati dalla Ansaldo di Genova per svolgere lavori di montaggio di motori industriali e condotte idriche. Decisero di stabilirsi nel capoluogo pugliese per mettere a frutto le loro competenze nel campo della meccanica, in una città che viveva un periodo di grande fermento economico. Nel ventennio mussoliniano, l’industrializzazione delle lavorazioni manifatturiere e del comparto agroalimentare, con spiccata propensione all’esportazione, poneva Bari al centro di una politica di apertura ai mercati dell’Europa balcanica, fortemente voluta dal regime fascista. In un simile scenario, Gismondo Cestaro e i fratelli Rossi intravidero ampi spazi operativi e sicure possibilità di crescita nel campo delle costruzioni e delle riparazioni meccaniche.
Pertanto, nell’agosto 1921 costituirono una società in nome collettivo, denominata Officine Meccaniche Liguri Lombarde Cestaro Rossi & C., con la quale, per tutto il ventennio fra le due guerre, riuscirono a presidiare comparti industriali che spaziavano dalla produzione di frantoi oleari agli impianti enologici, ai mulini e ai pastifici.
Nel corso del secondo dopoguerra, a seguito di complesse vicende familiari, venne costituita la Cestaro Rossi & C. spa e nella compagine azionaria fece il suo ingresso il nipote di Gismondo Cestaro, il giovane Ruggero Dalla Serra, trasferitosi da Vicenza a Bari nel 1952. Da quel momento iniziava l’opera dei Dalla Serra nella gestione dell’azienda e, con l’avvio dell’intervento straordinario dello Stato nel Sud Italia e le iniziative della Cassa per il Mezzogiorno, l’impegno lungimirante di Ruggero Dalla Serra diede inizio a un ciclo espansivo che portò la Cestaro Rossi a diversificare l’offerta produttiva nella carpenteria pesante e nell’impiantistica industriale, con l’acquisizione ininterrotta – prima in Italia e poi in tutta l’Europa – di importanti commesse per il montaggio, la manutenzione e il ricondizionamento di raffinerie, impianti petrolchimici e siderurgici.
Dagli anni Novanta del secolo scorso, la gestione dell’azienda è affidata a Fabio e Michele Dalla Serra, figli di Ruggero, i quali nei programmi aziendali hanno riservato uno spazio crescente alla collaborazione con grandi aziende italiane e straniere nel campo dell’energia nucleare, dell’industria farmaceutica, della produzione e distribuzione di energia elettrica.
Un’attenzione specifica viene dedicata alle tematiche ambientali che promuovono l’utilizzo di fonti energetiche eco-sostenibili, a fronte di una progressiva riduzione dei combustibili fossili. Nel suo lungo percorso di sviluppo, l’azienda non ha mai smesso di valorizzare, in Italia e all’estero, il patrimonio di esperienza operativa, di conoscenze tecniche e di reputazione imprenditoriale accumulato in tanti decenni di attività.
La ricostruzione della storia centenaria della Cestaro Rossi & C. è stata resa possibile dal recupero di ampia documentazione aziendale e di carte famigliari, seppure disperse in varie sedi e depositi. In genere, per chi si occupa di Storia d’impresa nel nostro Mezzogiorno, il problema maggiore è rappresentato proprio dalla carenza di archivi aziendali ordinati, conservati con cura e in grado di fornire i dati quantitativi relativi al fatturato, alla produzione, alla manodopera occupata, indispensabili per il lavoro dei ricercatori.
Questo non vuol dire che si debba rinunciare a fare Storia d’impresa nel meridione d’Italia. Anzi, la frequente indisponibilità di fonti archivistiche tradizionali deve stimolare lo studioso a dotarsi di strumenti di indagine diversi, ad ampliare la sua “cassetta degli attrezzi”, utilizzando dati e notizie provenienti da altri campi di ricerca: le fonti orali, quelle iconografiche, le fonti giuridiche, fiscali, catastali, e, soprattutto, le carte famigliari (corrispondenza privata, atti notarili).
Fonti frammentarie o disomogenee, ma preziose per lo storico d’impresa che può integrare il loro potenziale euristico con le informazioni sulla vita dell’imprenditore, tratte da quotidiani e riviste coeve, atti di compravendita immobiliare, testamenti e donazioni.
Ne scaturisce un contributo fondamentale alla conoscenza e alla divulgazione della storia delle imprese meridionali dall’Ottocento ai nostri giorni, su cui fondare una nuova e più larga diffusione della cultura industriale nel Mezzogiorno.
Si tratta di un obiettivo ambizioso che il CESDIM intende conseguire attraverso un costante lavoro di recupero e di riordino di quegli archivi aziendali non strutturati e lacunosi, ma ancora disponibili, che rappresentano un patrimonio di iniziative industriali e di storie imprenditoriali del nostro Mezzogiorno, di cui andare giustamente orgogliosi.
Ezio Ritrovato
Professore di Storia Economica
Università degli Studi di Bari Aldo Moro